La peritonite infettiva felina (FIP) è una delle malattie più discusse nel mondo veterinario e, allo stesso tempo, una delle più fraintese. Molti proprietari si chiedono se la FIP del gatto sia contagiosa, temendo che un animale malato possa infettare gli altri membri della casa. Comprendere bene la natura della malattia e il meccanismo con cui si sviluppa è essenziale per gestire la convivenza in modo sereno e responsabile.
Per un approfondimento leggi anche la nostra guida su come proteggere gli altri gatti.
La FIP è contagiosa?
Per rispondere in modo chiaro, occorre distinguere due aspetti: il coronavirus felino (FCoV), che è effettivamente contagioso, e la FIP, che ne rappresenta la forma mutata e patologica. In altre parole, non è corretto parlare di FIP gatto contagiosa, perché la malattia non si trasmette direttamente da un soggetto all’altro. È invece la forma base del coronavirus felino a poter circolare tra gatti conviventi, soprattutto in ambienti affollati o con scarsa igiene delle lettiere.
Come spiegano i ricercatori della UC Davis School of Veterinary Medicine, la FIP nasce da una mutazione spontanea del virus all’interno del singolo gatto, e non da una trasmissione diretta della malattia. Per questo, la presenza di un gatto con FIP non rappresenta di per sé un rischio immediato per gli altri.
Il vero rischio di trasmissione tra gatti
Quando si parla di trasmissione FIP gatto, bisogna ricordare che ciò che realmente si diffonde è il coronavirus felino nella sua forma originaria. La via principale è quella oro-fecale: il virus viene eliminato con le feci e può contaminare lettiere, superfici o ciotole, venendo poi ingerito da altri gatti.
La FIP, invece, si sviluppa solo in una piccola percentuale di animali infettati, quando il virus subisce una mutazione interna che altera il suo comportamento. Gli studi di Pedersen e colleghi (2020) dimostrano che questa mutazione non si trasmette in modo stabile: nasce e rimane confinata nel singolo organismo. Di conseguenza, anche in presenza di più gatti nella stessa casa, il rischio reale riguarda la circolazione del coronavirus, non della FIP stessa.
Quando preoccuparsi davvero
Un proprietario non deve temere la convivenza tra più gatti: la FIP non si trasmette da un animale malato a uno sano. Anche in un ambiente con diversi felini, il rischio non riguarda la FIP in sé, ma soltanto la possibile presenza del coronavirus felino nella sua forma base, non mutata — un virus molto comune e nella maggior parte dei casi innocuo.
Come sottolinea il Cornell Feline Health Center, la stragrande maggioranza dei gatti che entra in contatto con questo coronavirus non svilupperà mai la FIP.
Perciò, anche se in casa vivono più gatti, non è necessario isolarli tra loro. L’attenzione va piuttosto posta sul mantenere una buona igiene, ridurre lo stress e osservare con calma eventuali sintomi clinici individuali.
Segni come febbre persistente, inappetenza, perdita di peso o presenza di liquido addominale meritano sempre una valutazione veterinaria, ma non significano che gli altri gatti siano automaticamente a rischio di contagio.
La FIP si sviluppa solo quando il virus muta all’interno dell’organismo di un singolo gatto: si tratta di un evento isolato, non trasmissibile. È quindi del tutto possibile — e anzi piuttosto comune — che in una stessa casa un gatto sviluppi la FIP mentre gli altri restano perfettamente sani.
In questi casi, il veterinario potrà consigliare esami mirati per distinguere le diverse forme della FIP e orientare la gestione clinica nel modo più appropriato, senza allarmismi.
Buone pratiche di igiene e prevenzione domestica
Poiché la malattia non si trasmette direttamente, le misure preventive si concentrano sull’igiene e sulla riduzione dello stress, due fattori che incidono sulla resistenza immunitaria del gatto. Secondo l’American Animal Hospital Association, ecco le pratiche più efficaci:
- Pulire ogni giorno le lettiere e mantenere una lettiera in più rispetto al numero dei gatti presenti.
- Disinfettare con regolarità superfici, ciotole e cucce.
- Garantire spazi individuali e ridurre situazioni di stress o sovraffollamento.
- Limitare gli ingressi di nuovi gatti senza adeguato periodo di adattamento o controllo sanitario.
Il coronavirus felino può sopravvivere per qualche settimana nell’ambiente, ma è facilmente inattivato con disinfettanti comuni. Una buona igiene resta quindi la migliore difesa, anche in presenza di un gatto che ha sviluppato la FIP.
Falsi miti da sfatare e indicazioni finali del veterinario
Mito 1: «Se un gatto ha la FIP, tutti gli altri in casa la prenderanno.»
Verità: La forma clinica di Peritonite Infettiva Felina (FIP) nasce da una mutazione del Coronavirus felino (FCoV) all’interno di un singolo gatto — non da un contagio diretto di FIP da gatto a gatto.
In sostanza: mentre il virus di base può circolare tra animali conviventi, la malattia mutata non si propaga nel medesimo modo. Studi indicano che la maggior parte dei gatti infettati dal FCoV non svilupperà mai la FIP.
Questo significa che anche in una casa con più animali, è perfettamente possibile che uno sviluppi la FIP mentre gli altri restano sani.
Mito 2: «La FIP è altamente contagiosa come un’influenza felina.»
Verità: L’equazione “gatto malato = alto rischio di contagio per gli altri” è fuorviante quando si parla di FIP. Il virus FCoV può diffondersi tra gatti soprattutto via oro-fecale (attraverso feci e ambienti contaminati), ma la FIP richiede che quel virus mutui all’interno dell’animale per diventare patogeno.
Quindi parlare di “FIP gatto contagiosa” in un senso diretto è errato: non è la FIP a essere contagiosa, bensì il virus non mutato.
Mito 3: «Una volta positivo al coronavirus felino, il gatto svilupperà la FIP inevitabilmente.»
Verità: Essere positivi al FCoV non significa automaticamente sviluppare la FIP. Si stima che molti gatti entrino in contatto col virus senza mai manifestare la malattia.
Lo sviluppo della FIP dipende da fattori quali l’immunità del gatto, la densità ambientale, lo stress e probabilmente predisposizioni genetiche.
Mito 4: «Se un gatto ha la FIP, devo necessariamente separarlo da tutti gli altri gatti per evitare il contagio.»
Verità: Non è necessario un isolamento drastico degli altri gatti solo per paura di contagio. Poiché la FIP non si trasmette come un’infezione tra felini, la priorità è garantire buona igiene, gestione degli ambienti, stress ridotto.
In conclusione, la FIP non deve essere vista come una condanna o come una minaccia immediata per tutti i gatti della casa. Una gestione attenta dell’igiene e un monitoraggio veterinario costante permettono di ridurre notevolmente i rischi e garantire una buona convivenza anche in famiglie con più felini.