Ricevere una diagnosi di Peritonite Infettiva Felina (FIP) per uno dei propri gatti è un'esperienza difficile. Oltre alla preoccupazione per la salute del gatto malato, sorge un'ansia immediata e legittima per gli altri felini conviventi: qual è il rischio di FIP per gli altri gatti in casa? Esiste un pericolo reale di contagio FIP nel gatto?
Comprendere l'eziologia complessa di questa malattia è il primo passo per gestire la situazione con lucidità, proteggere la salute dell'intero gruppo e sciogliere le paure più comuni.
Per integrare questo articolo leggi anche il nostro approfondimento sul contagio della fip.
Che cosa fare quando un altro gatto in casa ha la FIP
La FIP non è una semplice infezione, ma una malattia immuno-mediata complessa e multifattoriale. La prima azione è distinguere nettamente tra il virus d'origine e la malattia che ne deriva:
- Coronavirus felino (FCoV): è un virus enterico (intestinale) estremamente diffuso, specialmente in ambienti con più gatti (gattili, allevamenti). È altamente contagioso e la sua trasmissione avviene per via oro-fecale. Nella stragrande maggioranza dei casi, il FCoV è innocuo o causa al massimo una lieve e transitoria diarrea.
- Virus della FIP: la FIP si sviluppa quando il FCoV, all'interno di un singolo gatto, subisce una mutazione genetica. Questa mutazione permette al virus di uscire dall'intestino, infettare i macrofagi (cellule del sistema immunitario) e scatenare la reazione infiammatoria sistemica e fatale che conosciamo come FIP.
Quando un gatto ha la FIP, significa che questo sfortunato evento di mutazione è avvenuto nel suo organismo. Non significa che stia attivamente diffondendo il virus FIP mutato, il quale è considerato instabile e poco competente nella trasmissione diretta.
L'azione prioritaria deve quindi essere duplice: avviare immediatamente il percorso terapeutico per il gatto malato e implementare una strategia di gestione ambientale per gli altri. Per la gestione clinica del paziente, è fondamentale agire tempestivamente: leggi la nostra guida su cosa fare subito.
Qual è il reale rischio che gli altri gatti contraggano la FIP
Il punto scientifico cruciale è che la FIP, come malattia clinica, non è contagiosa. Il rischio di FIP per gli altri gatti in casa non è quello di "prendere" la malattia dal compagno malato.
Il rischio reale è che gli altri gatti, essendo quasi certamente già stati esposti al FCoV circolante nell'ambiente, possano a loro volta sviluppare una propria mutazione indipendente.
Fortunatamente, la mutazione è un evento statisticamente raro. Si stima che solo una piccola percentuale di gatti infettati da FCoV (tra l'1% e il 5%) svilupperà la malattia clinica.
Fattori che influenzano la mutazione del coronavirus felino (FCoV)
Il rischio di FIP per gli altri gatti in casa è influenzato da tre fattori principali: la carica virale, lo stato immunitario del gatto e la sua genetica.
- Carica virale: un'elevata e costante esposizione al FCoV (ad esempio, attraverso lettiere sporche o sovraffollamento) aumenta la probabilità che avvenga una mutazione del virus.
- Stress e risposta immunitaria: lo stress cronico (traslochi, conflitti sociali, mancanza di risorse) è un potente immuno-soppressore e può alterare la risposta immunitaria del gatto.
- Età e genetica: i gatti giovani (sotto i 2 anni) e quelli molto anziani hanno difese più deboli e sono più soggetti ad ammalarsi.
Testare gli altri gatti: è utile?
Di fronte a un caso di FIP, è naturale voler "testare" gli altri gatti. Tuttavia, i test disponibili hanno un'utilità limitata per predire la malattia:
- Test sierologico (titolazione anticorpale): misura gli anticorpi contro il FCoV, non contro la FIP. Un titolo positivo indica solo contatto con il virus, cosa comune in quasi tutti i gatti conviventi.
- PCR su feci: rileva la presenza di FCoV nelle feci e può servire a identificare i "grandi escretori" (high shedders), per concentrare su di loro le misure igieniche.
Misure pratiche da adottare in casa
Igiene, lettiere multiple, ambiente multi-gatto
L'obiettivo è ridurre la carica virale ambientale del FCoV e mantenere basso lo stress nel gruppo.
- Gestione lettiere (Regola N+1): una lettiera per ogni gatto più una extra. Per 3 gatti, servono 4 lettiere.
- Posizionamento: lettiere in luoghi tranquilli e lontani dalle ciotole di cibo e acqua.
- Pulizia rigorosa: rimuovere le feci almeno due volte al giorno. Il FCoV è presente nelle feci e può persistere per breve tempo in ambiente.
- Disinfezione: il FCoV è facile da inattivare con normali detergenti (candeggina diluita, perossido di idrogeno). Evitare alcol o fenoli a basse concentrazioni.
- Riduzione dello stress: offrire risorse multiple (tiragraffi, ciotole, ripari) e mantenere un clima calmo e prevedibile. Feromoni come Feliway possono aiutare.
Quando isolare, quando monitorare (e cosa osservare)
Isolamento
Data la natura non contagiosa della FIP, l'isolamento del gatto malato non è necessario per proteggere gli altri. Può essere utile solo se il gatto è molto debilitato o ha diarrea, per garantirgli tranquillità e gestire meglio l’igiene.
Importante: se i gatti sono molto legati e mostrano stress se separati, è meglio non dividerli: la serenità è parte della terapia e la riduzione degli elementi di stress è fondamentale.
Monitoraggio (Cosa osservare)
Osservare con regolarità i gatti conviventi, senza allarmismi. Non serve cercare il virus, ma prestare attenzione a:
- Febbre persistente o fluttuante non responsive agli antibiotici.
- Letargia, inappetenza o calo di peso progressivo.
- Eventuale gonfiore addominale o segni oculari/neurologici.
In caso di dubbi, il veterinario può consigliare specifici esami del sangue. I parametri che orientano un sospetto di FIP includono: iperglobulinemia, rapporto A:G basso (<0.4–0.6) e anemia non rigenerativa.
Esami utili, monitoraggio, tempi di attesa prima di introdurre un nuovo gatto
Dopo un caso di FIP, è normale chiedersi se e quando introdurre un nuovo gatto. Nella maggior parte dei casi non è necessario attendere a lungo: serve solo stabilità e serenità nel gruppo.
Monitoraggio: osserva i conviventi per 2–3 mesi. Se mantengono appetito, peso e comportamento normali, non ci sono motivi per rimandare ulteriormente.
Esami utili: il veterinario può eseguire una visita generale e, se necessario, emocromo e biochimico. I test per FCoV servono solo a fini informativi: la positività non indica rischio reale di FIP.
Tempi di attesa: se il gatto con FIP è in terapia, evita nuove introduzioni per non creare stress. Dopo la guarigione attendi 4–6 settimane, con normale pulizia domestica. Il FCoV è fragile e si inattiva facilmente con detergenti comuni.
Introdurre un nuovo gatto: rischi e precauzioni
È possibile introdurre un nuovo gatto dopo un caso di FIP, ma serve gradualità e buon senso.
- Attendere: concedi qualche settimana per stabilizzare l’ambiente e le emozioni del gruppo.
- Scegliere il gatto giusto: preferisci un gatto adulto con sistema immunitario stabile.
- Quarantena soft: lascia che il nuovo arrivato si ambienti in una stanza tranquilla per 2–3 settimane, poi introducilo gradualmente.
- Consapevolezza: il nuovo gatto sarà quasi certamente esposto al FCoV, ma in un ambiente pulito e poco stressante il rischio di sviluppare la FIP resta minimo.
Gestire il rischio FIP con altri gatti in casa richiede un approccio razionale: igiene quotidiana, equilibrio e attenzione allo stress ambientale, non paura o isolamento.
In sintesi
- La FIP non è contagiosa: un gatto malato non trasmette la malattia ai suoi conviventi.
- Niente isolamento: la serenità è parte della terapia, non serve separare il gatto malato.
- Igiene quotidiana e routine stabile: la normalità è la miglior prevenzione.
- Osserva, non temere: controlla i conviventi con attenzione ma senza allarmismi.
- Nuove introduzioni: attendi alcune settimane, poi accogli nuovi gatti in un ambiente tranquillo.
Per una guida completa sulla gestione della FIP e sulle terapie efficaci, leggi cosa fare subito.